UCCIDERE IL PADRE

"UCCIDERE IL PADRE"è il nuovo romanzo di Ameliè Nothomb.Il ventesimo.Nothomb è una delle mie poche vere passioni...inutile dire che ho tutti i suoi libri e che ogni libro è a sè,diverso dagli altri,per l'argomento,lo stile narrativo,il linguaggio.Qui di seguito la recensione di Repubblica:questo non sarà forse uno dei più riusciti, ma comunque la scrittrice continua a sorprendere,a narrare storie all'apparenza semplici o addirittura scarne,con il solito colpo di scena finale,che è sempre veramente IMPREVEDIBILE,come si conviene ad ogni vero colpo di scena.


 L'IDENTITÀ SOFFERTA - Il libro racconta la storia di un famoso mago e di un allievo che diventa per lui come un figlio. «Uccidere il padre è un atto simbolico - precisa la scrittrice - si tratta di liberarsi di quelle speranze che i nostri genitori hanno riposto in ognuno di noi», in modo da trovare chi si è davvero. Un tema, quello dell'identità a lungo inseguita, che ricorre spesso nelle frasi dell'autrice. Proprio a partire del vistoso cappello che non si è più tolta dall'età di 30 anni: «Lo provai, mi guardai allo specchio ed ebbi per la prima volta l'impressione di essere me stessa» racconta. Poi la questione riaffiora parlando del Belgio, Paese che Amélie Nothomb, cresciuta tra Giappone, Cina e Stati Uniti, solo «oggi» riconosce come patria. «C'è stata una grave crisi politica in questi ultimi anni, che ha dimostrato che l’identità belga è complessa e indefinita. È stato proprio questo a farmi capire che sono belga - spiega - perché anche io ho un’identità complessa e non ben definita».

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