vendetta

dicono che la vendetta sia un piatto che si serve freddo,e mi pare che sia proprio così...
"siediti sulla riva del fiume,e aspetta:prima o poi il cadavere del tuo nemico passerà di lì",i cinesi pure non scherzano...
vendicarsi non serve a niente,sostiene qualcun altro,è meglio perdonare e andare oltre,magari anche ringraziando per ciò che di buono si è ricevuto.

difficile.

siamo esseri umani e la capacità di perdonare è di chi ha raggiunto una tale pace con se stesso,e un tale distacco dal dolore,che riesce a dimenticare,assolvendo da qualsiasi colpa(anche la più orribile) colui che l'ha commessa.

dove voglio andare a parare?

forse sono vittima di una vendetta "a freddo",nel senso che il tempo,anzichè stemperare la rabbia ,l'ha amplificata,arricchendola di tante piccole sfumature di sadismo degne di un professionista della tortura(psicologica,s'intende).


o forse,chi mi ha sapientemente e metodicamente rovesciato addosso insulti sottilmente crudeli e sinceramente esagerati,non sta facendo che un gioco a rovescio:
farsi odiare,per farsi dimenticare.


può essere,ma forse io penso troppo.
a volte non ci sono risposte sensate ai comportamenti di una persona.
incredibilmente,quelle persone che si credeva di conoscere meglio di se stessi,riservano sorprese inimmaginabili:diventano ALTRE PERSONE,oppure ridiventano semplicemente se stesse,così come erano sempre state,riuscendo chissà come a darla a bere a chi,non vivendo con loro,non poteva che conoscerle in parte,quella parte più BELLA di sè,la parte più positiva,la parte ROMANTICA,la parte NON QUOTIDIANA.

covare vendetta.
il pensiero è allettante,ma finchè si cova ,ci si è ancora dentro.
per me,quindi,
sei morto.
e pace all'anima tua.

Commenti

  1. Ho odiato per lungo tempo.
    Poi mi sono accorta che facevo del male solo a me.
    Ma perdonare mi è ancora molto difficile.

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  2. cara keiko,
    credo che il perdono,se arriva,arriva da sè,nel momento in cui a QUELLA persona si pensa senza emozioni,nè in negativo nè in positivo:diventa una persona "qualunque".
    ma odiare sì,fa male solo a se stessi,e se lo si capisce è già un bel passo avanti verso la guarigione.

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  3. Il perdono è il frutto della comprensione.
    Com-prendere richiede un cuore grande, la serenità del distacco, essere tornati in sé per potere osservare bene la realtà e capire, capire, comprendere le cause che portarono all'offesa, allo spregio o a ciò che fu percepito come tale.
    Richiede tempo e lavoro ma libera, rende leggeri e ariosi, capaci di tornare a vivere, con saggezza e distacco da ciò che fu.

    Buona comprensione.

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