"quando la notte"di cristina comencini
Ho appena finito di vedere il film di Comencini "Quando la notte",e mi sono commossa,accidenti!
era tanto che non piangevo vedendo un film...si vede che sono in un periodo particolarmente delicato...
Poi sono andata a cercare nel web e ho trovato un articolo di Repubblica nel quale si dice che durante la proiezione ci sono state addirittura risate nei momenti drammatici della pellicola da parte di alcuni cronisti e di addetti ai lavori che assistevano alla proiezione.
Trovo la cosa molto scorretta,perchè cmq i commenti vanno espressi alla fine del film,non durante.In questo modo si danneggia il film stesso e la percezione che gli altri ne hanno.
Voglio dire che sono una grande ammiratrice di FilippoTimi,che considero tra i più bravi e versatili interpreti del cinema(e del teatro)italiano,anzi:IL MIGLIORE.
Anche se in questo film l'ho trovato un po'troppo"sopra le righe",forse non abbastanza calato nella parte.
Riporto di seguito un pezzo della recensione tratta da Repubblica.it:il film ha infatti tratta(anche)il tema della maternità,e delle difficoltà che spessissimo le madri si ritrovano ad affrontare,in certi casi estremi con esiti drammatici.
La maternità difficile. E' il tema che sta più a cuore alla Comencini: "Le donne sanno perfettamente cos'è in realtà la maternità, ma nessuno lo dice. Agli uomini fa schifo parlarne. E' un sentimento fortissimo, che però ti strozza. Dietro il cappello dell'istinto materno, c'è il fatto che all'inizio essere mamma è un colpo. Pochi romanzi o film ne parlano. Mentre a me piace raccontare l'ambivalenza dei sentimenti, la fatica della solitudine che è di entrambi i personaggi: perché non dobbiamo dimenticare il ruolo dell'uomo, che si mette tra la mamma e il bambino". E su eventuali affinità col caso Cogne: "Non ci avevo pensato, forse ha agito a livello inconscio".
era tanto che non piangevo vedendo un film...si vede che sono in un periodo particolarmente delicato...
Poi sono andata a cercare nel web e ho trovato un articolo di Repubblica nel quale si dice che durante la proiezione ci sono state addirittura risate nei momenti drammatici della pellicola da parte di alcuni cronisti e di addetti ai lavori che assistevano alla proiezione.
Trovo la cosa molto scorretta,perchè cmq i commenti vanno espressi alla fine del film,non durante.In questo modo si danneggia il film stesso e la percezione che gli altri ne hanno.
Voglio dire che sono una grande ammiratrice di FilippoTimi,che considero tra i più bravi e versatili interpreti del cinema(e del teatro)italiano,anzi:IL MIGLIORE.
Anche se in questo film l'ho trovato un po'troppo"sopra le righe",forse non abbastanza calato nella parte.
Riporto di seguito un pezzo della recensione tratta da Repubblica.it:il film ha infatti tratta(anche)il tema della maternità,e delle difficoltà che spessissimo le madri si ritrovano ad affrontare,in certi casi estremi con esiti drammatici.
La maternità difficile. E' il tema che sta più a cuore alla Comencini: "Le donne sanno perfettamente cos'è in realtà la maternità, ma nessuno lo dice. Agli uomini fa schifo parlarne. E' un sentimento fortissimo, che però ti strozza. Dietro il cappello dell'istinto materno, c'è il fatto che all'inizio essere mamma è un colpo. Pochi romanzi o film ne parlano. Mentre a me piace raccontare l'ambivalenza dei sentimenti, la fatica della solitudine che è di entrambi i personaggi: perché non dobbiamo dimenticare il ruolo dell'uomo, che si mette tra la mamma e il bambino". E su eventuali affinità col caso Cogne: "Non ci avevo pensato, forse ha agito a livello inconscio".
Mi ero incuriosita anch'io, e a suo tempo avevo letto molte recensioni di questo film, quasi tutte negative devo dire.
RispondiEliminamai fidarsi troppo delle opinioni dei critici..
parla di un argomento "scomodo",ed è quindi secondo me da vedere:troppo poco si parla delle mamme in difficoltà...
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