tratto da "BEING HARVEY" di P.J.Sullivan
"...torno,e lei - dopo tutto quello che ho osato farle e dirle - mi accoglie con un sorriso quasi riconoscente.,luminoso,spalancandomi la porta di casa...
LEI MI HA SEMPRE AMATO, anche quando la colpivo come con un machete, verbalmente, lasciandola a terra ferita a morte, ma non morta.
Sì, ho provato ad ucciderla, più volte, il mio era un specie di istinto folle, di furore distruttivo, di furia incontrollata: non potendo conficcarle una lama nel petto - ehi, mica sono un violento, io!-, l'ho massacrata psicologicamente.
E giocavo facile, perché lei - nonostante la sua supponente baldanza e quello sguardo di sfida, da femmina che non si piega - è fragile, e io so bene dove colpirla, e con che cosa. So cosa dire e come dirlo. So cosa fare e ( soprattutto) cosa non fare, perché lei dopo un po' inizi a sentirsi persa, in balia della disperazione, stretta dentro l'orrore della paura di essere abbandonata, messa in ginocchio dalla consapevolezza di essere stata colpita alle spalle, per l'ennesima volta, da colui di cui si era fidata ciecamente: IO...che le avevo giurato e spergiurato amore eterno ed eterna dedizione, e invece poi l'ho scacciata, rinnegata, disprezzata, offesa, negandole anche qualsiasi possibilità di parlarmi "de visu"...e le ho vomitato addosso frasi terribili, devastanti come bombe al napalm, che cadendo hanno divorato tutto, il detto, il fatto, il vissuto, di anni e anni d'amore.
Eppure ero sincero, mentre la amavo. GIURO, ero sincero.
Però, guarda: lei ora mi sorride ferma sulla porta di casa, quella casa che è stata anche la mia per ore, giorni...pur non vivendoci dentro, perché la mia casa era altrove.
I gatti, la ventola dorata sul soffitto, e quel divano complice, un po' sfatto, e i libri ovunque, e tutto il resto.
Eccola, mi sorride mentre mi apre al porta, con la sua camiciola corta, col pizzo che sfiora le cosce nude, come se nulla fosse successo nel frattempo, come se ci fossimo salutati solo due giorni fa...
MI HA SEMPRE AMATO, anche quando le facevo a pezzi il cuore, l'anima e il cervello...io lo so... l'ho sempre saputo."
(traduzione a cura della sottoscritta)
LEI MI HA SEMPRE AMATO, anche quando la colpivo come con un machete, verbalmente, lasciandola a terra ferita a morte, ma non morta.
Sì, ho provato ad ucciderla, più volte, il mio era un specie di istinto folle, di furore distruttivo, di furia incontrollata: non potendo conficcarle una lama nel petto - ehi, mica sono un violento, io!-, l'ho massacrata psicologicamente.
E giocavo facile, perché lei - nonostante la sua supponente baldanza e quello sguardo di sfida, da femmina che non si piega - è fragile, e io so bene dove colpirla, e con che cosa. So cosa dire e come dirlo. So cosa fare e ( soprattutto) cosa non fare, perché lei dopo un po' inizi a sentirsi persa, in balia della disperazione, stretta dentro l'orrore della paura di essere abbandonata, messa in ginocchio dalla consapevolezza di essere stata colpita alle spalle, per l'ennesima volta, da colui di cui si era fidata ciecamente: IO...che le avevo giurato e spergiurato amore eterno ed eterna dedizione, e invece poi l'ho scacciata, rinnegata, disprezzata, offesa, negandole anche qualsiasi possibilità di parlarmi "de visu"...e le ho vomitato addosso frasi terribili, devastanti come bombe al napalm, che cadendo hanno divorato tutto, il detto, il fatto, il vissuto, di anni e anni d'amore.
Eppure ero sincero, mentre la amavo. GIURO, ero sincero.
Però, guarda: lei ora mi sorride ferma sulla porta di casa, quella casa che è stata anche la mia per ore, giorni...pur non vivendoci dentro, perché la mia casa era altrove.
I gatti, la ventola dorata sul soffitto, e quel divano complice, un po' sfatto, e i libri ovunque, e tutto il resto.
Eccola, mi sorride mentre mi apre al porta, con la sua camiciola corta, col pizzo che sfiora le cosce nude, come se nulla fosse successo nel frattempo, come se ci fossimo salutati solo due giorni fa...
MI HA SEMPRE AMATO, anche quando le facevo a pezzi il cuore, l'anima e il cervello...io lo so... l'ho sempre saputo."
(traduzione a cura della sottoscritta)
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