...E DOPO?

sto andando a Roma tutti i giorni.
tutti i giorni treno, autobus, scendere, altro autobus, ospedale.
si aspetta finchè non è il momento di entrare, e là fuori si scambiano quattro chiacchiere, tra preoccupazione e speranza.
non ho stanchezza fisica, ma piuttosto una specie di spavento sottile e perenne.
la sensazione che tutto debba ancora succedere.
e quello che è accaduto, è lontano anni luce, eppure ci pesa addosso come un macigno.

ieri sera sono tornata prima, perchè tanto non potevo rientrare per stare con lei.
una regola dice:
dopo le 17,30 può entrare UN SOLO GENITORE.
ieri sera, toccava a lui.
è giusto che ci si dia il cambio.

lei è abbastanza tranquilla.
ma vedo che inizia a pensare al DOPO.
come tutti noi, d'altronde.
la psicologa ci ha "invitati"a pensare al DOPO.
"cosa vi preoccupa di più riguardo le dimissioni?"
"come pensate sarà la vostra vita dopo il ricovero?"

spiazzante.
ora dobbiamo pensare...
farci domande, cercare risposte, aiuti concreti, soluzioni pratiche.
come farò col lavoro?
potrò pensare di lasciarla sola a casa?
no.
darci il cambio con lui, finchè lei non sarà pronta.
COME CAPIREMO QUANDO SARA' PRONTA?

la paura grande è quella di essere/sentirsi abbandonati.
non è una paura insensata.
anzi.

la nostra vita sta per iniziare da capo.
fa paura, ma ci dà anche nuova forza.
per lei.
ma anche per noi.

Commenti

  1. Per tutti c'è l'incognita del DOPO, sempre, e poi il grande Dopo, per tutti.
    La tua, la vostra, è più incombente, più dubbi e paura di sbagliare.
    Ma il percorso continua, tu ce lo racconti, niente si ferma, nemmeno la speranza, coraggio:)
    Marilena

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  2. grazie Maurizio, grazie fata confetto...
    condividere questo momento così difficile mi aiuta a stemperare le angosce.

    RispondiElimina

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